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FUN THEORY

Chi ha inventato il detto odioso "prima il dovere e poi il piacere" ?!?

Io non sono mai stato d’accordo. Da bambino non lo ero perché semplicemente avrei voluto invertire i due fattori: “mamma, vado a giocare al campetto, ma ti prometto che dopo faccio i compiti…”

Ora invece non lo sono per una ragione più profonda; mi domando infatti: perché mai dovremmo scindere le due cose? Per quale motivo il dovere non può anche essere un profondo piacere?

La storia della cicala e della formica per me è una balla cosmica.

Se non riusciamo a vivere ogni momento della nostra vita come se fosse l’ultimo, se non riusciamo a divertirci anche per le piccole cose, se non trasformiamo ogni gesto e ogni parola in una meraviglia allora ditemi voi: cosa viviamo a fare?

Sembrano averlo capito molto bene gli ideatori della cosiddetta “Fun Theory”, i quali sono profondamente convinti che il divertimento possa cambiare i nostri comportamenti, in meglio!

Qualche anno fa una famosa casa automobilistica ha intuito il potere di questa pratica e ha finanziato una campagna pubblicitaria in Svezia che faceva uso di questa teoria applicandola praticamente alla vita quotidiana.

Il caso più celebre è certamente quello sperimentato in una stazione della metropolitana di Stoccolma dove le persone venivano guidate a scegliere le scale normali, rispetto a quelle mobili, trasformandole in un enorme pianoforte che suonava ogni volta che si saliva e scendeva un gradino.

Il risultato è stato tanto naturale, quanto sorprendente e ha dimostrato quanto poco serva per motivare le persone a fare “cose che solitamente non fanno”, in modo assolutamente piacevole e produttivo.

Così le scale della fermata di Odenplan sono state trasformate per un giorno nei tasti di un pianoforte che suonavano al passaggio delle persone. Gli ideatori della teoria hanno potuto così provare che, se stimolati attraverso il divertimento, il 66% dei cittadini in più della norma sceglieva gli “ecologici” e più salutari scalini.

(Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=2lXh2n0aPyw )

La Fun Theory (“Teoria del Divertimento") afferma infatti che il comportamento delle persone può essere modificato attraverso uno stimolo che trasmetta loro divertimento: educare attraverso il piacere di fare una determinata scelta. Immaginate l’applicazione di questa semplice prassi nella vita, come nello sport o nelle attività scolastiche.

Già Marshall McLuhan lo aveva intuito, quando scriveva: “Coloro che fanno distinzione fra intrattenimento ed educazione forse non sanno che l’educazione deve essere divertente e il divertimento deve essere educativo”.

Pensate a come questa filosofia possa portare con creatività ed innovazione ad un miglioramento nella vita, a partire dal quotidiano di ogni persona. Quando si parla di motivazioni, infatti, nulla è più forte e più efficace di ciò che nasce direttamente dalla nostra volontà. Come diceva il grande Antoine de Saint-Exupéry: “Se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini per raccogliere la legna e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito”.

Non si tratta affatto di qualcosa di nuovo: qualcuno ha osservato come già negli anni ’70 a Napoli, nel parco giochi di Edenlandia, si trovassero dei cestini per rifiuti a forma di cucce con un porcellino che chiedeva carte da mangiare. Tutti i bambini ascoltavano la voce del maialino e correvano intorno alla piazzola per raccogliere carte da terra da far ingoiare al porcellino in vetroresina.

Ma le nuove applicazioni sono davvero geniali ed entusiasmanti: cestini dei rifiuti che suonano come videogame per incentivare la raccolta differenziata, altri ancora che emettono un rumore come fossero profondi centinaia di metri (https://www.youtube.com/watch?v=cbEKAwCoCKw) quando vi si butta dentro qualcosa , labirinti o piste per la carampana disegnate a terra per invitare ad avvicinarsi ai cestini stessi, rastrelliere per le biciclette a forma di giganteschi pettini per capelli, finte buche disegnate sull’asfalto come dissuasori di velocità, autovelox che vi catturano in una foto non per eccesso di velocità, ma perché ne rispettate il limite e a casa vi arriva la foto, incorniciata, con le congratulazioni della polizia stradale e la possibilità di partecipare ad una lotteria grazie al numero di registrazione che viene stampato sulla foto spedita a casa. E ancora piatti della mensa (in Brasile) segati su un lato per sensibilizzare contro lo spreco alimentare (https://www.youtube.com/watch?v=V0FvyIYeWOI).

Fino ad arrivare alla macchina per fare la tac ai bambini trasformata in un vascello dei bucanieri, per rendere più piacevole il difficile momento dell’analisi ai piccoli in ospedale.

Non c’è davvero limite a quello che la nostra creatività può immaginare, al servizio del bene comune e per favorire scelte virtuose! Si tratta semplicemente di combinare due o più idee per produrne di nuove, in quel processo di sintesi che ci ha condotto dove siamo ora nel corso della storia. 

In un suo ricchissimo volume, Michael Michalko spiega molto bene questo concetto: “Uno + Uno = Uno. Se ad una goccia d’acqua si aggiunge un’altra goccia d’acqua, il risultato è una goccia d’acqua, non due. Sommando due concetti infatti si ottiene un solo concetto nuovo, che è la sintesi  fra di essi.

Tutta la storia umana potrebbe essere definita come una combinazione di idee, prodotti o servizi prima tra loro scollegati che unendosi si trasformano e danno vita a qualcosa di nuovo: la stampa, ad esempio, è nata quando Gutenberg ha messo insieme gli stampi per il conio delle monete e la pressa per l’uva.”

In un certo senso potremmo anche dire che Uno + Uno = Tre, poiché le due idee originarie non scompaiono generando quella nuova che è la sintesi fra di esse. 

Il processo combinatorio di idee o parti di idee è l’essenza della creatività e ha avuto un ruolo determinante nel corso della storia per migliorare la nostra vita, attraverso scoperte e invenzioni di uomini e donne di cui spesso non conosciamo neanche il nome e che a ben guardare, talvolta, nella vita di occupavano di tutt’altro... “la pellicola kodachrone fu inventata da un musicista, la penna a sfera da uno scultore, il pneumatico da un veterinario, il disco a 33 giri da un tecnico televisivo, il telefono automatico da un impresario di pompe funebri, il parchimetro da un giornalista...”

Come ha scritto ironicamente Howard Gossage: “Non sappiamo chi ha scoperto l’acqua, ma possiamo essere certi che non è stato un pesce.”

Questo perché ci sono sempre il divertimento e lo stupore alla base di queste intuizioni geniali! Sentimenti che tutti noi dovremmo cercare di coltivare ogni giorno.

Spesso, quando sentiamo parlare di creatività, la vediamo relegata al semplice ambito dell’espressività artistica, quasi giocasse un ruolo marginale nelle nostre vite e nelle nostre culture.

Invece, come ha scritto giustamente Robert Fritz: "Il processo creativo ha avuto più impatto, potere, influenza e successo di qualsiasi altro processo nella storia. Tutte le arti, molte delle scienze, dell’architettura, della cultura popolare, e l’intera età tecnologica in cui stiamo vivendo esistono a causa del processo creativo."

 MICHELE DOTTI




 
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